Zingaretti vuole provarci
di Rosy Ciardullo---23-03-2019

Nel panorama politico della sinistra, l'elezione a segretario di Zingaretti con una vittoria piena, è già un evento. Il suo progetto più che unitario è unificatore di un vasto mondo che, in questi anni, si è disperso in rivoli. Quasi orfano di riferimenti da sentirsi residuale. Molti hanno battuto in ritirata dalle urne, altri hanno preferito i partiti degli slogans facili.
Il nuovo segretario non è un rottamatore. Piuttosto un soggetto politico che vuole guardare avanti proponendo un'alternativa di inclusione e non di divisione della varie anime della sinistra. Anche in virtù delle sfide immense, nazionali e internazionali, che chiedono strategie e soluzioni coraggiose e faticose. A cominciare dalla prospettiva di isolamento del nostro Paese in Europa, che sarà foriera di molti problemi economici e politici compresa la questione dell'immigrazione.
Sappiamo però che coprire o addirittura annullare le differenze di pensiero politico e di provenienza è un'opera impossibile. Emergerebbero nel medio periodo conflitti interni distruttivi a riprova che la revoca delle varie voci non porta soluzioni e alcuna novità. Meglio federare le diversità ma tenendole insieme in un unico contenitore.
In particolare nella sinistra, dove ognuno vuole mantenere vessillo, platea personale, protagonismo e leadership, aspettando il suo turno, magari dopo aver investito energie e tempo in anni di lavoro e realizzato una proficua esperienza sul campo.
Ma forse è proprio questa l'OPA di Zingaretti. Andare avanti comunque e fare da collante ad un universo complicato che, in alcuni momenti è sembrato in dissolvenza tanto si era incuneato nei meandri della stanchezza e della disillusione . Adesso, un cauto sentimento di ottimismo sembra essere rinato, timidamente, in un'area costituita non solo da correnti contrapposte e personalità di spicco, ma anche da soggetti trasversali alla galassia socialdemocratica e liberal democratica del paese, sensibile ai temi più attrattivi della democrazia.
Tutti quelli però che attendono la linea, necessitano di risposte chiare su molti argomenti. Ad esempio, su Europa ed emigrazione. Due temi che Calenda, adesso impegnato nel Nord-Est, aveva assunto e rappresentato nel suo programma per la campagna elettorale delle elezioni europee e che aveva già raccolto molti consensi. Aveva chiarito che senza un'Europa coesa non esiste alcuna sovranità, un pensiero politico utile per avviare gli elettori verso una scelta europeista consapevole e partecipata, ma distorto dalle sirene salviniane e pentastellate.
Possiamo sostenere però che il grande nodo è la questione economico/finanziaria che avvolge il paese come in una spirale. Alle altre spese in deficit si aggiunge ora la flat tax. Il sindacato, non solo i partiti dovrebbero esprimersi quanto prima su questo e sulle modalità di come affrontare questa situazione, precaria nella percezione di investitori nazionali e stranieri, poiché un paese sempre più vicino alla bancarotta sarà comunque sempre più difficile da governare e da riprendere per chiunque. L'elezione di Landini potrebbe essere un segno di maggiore forza in vista di un cambiamento. Gli argomenti da affrontare non mancano visto che l'attacco al welfare del paese è evidente. Parlare di occupazione in tale situazione è veramente un optional, perché senza risorse non si può pensare ad un piano di investimenti , né ad avviare programmi di ricerca che sono il motore della ripresa. Per attivare processi di sviluppo economico e scientifico , continuo a ritenere che la ricerca debba essere al primo posto. E' fondamentale che il finanziamento dei progetti di ricerca inseguano gli obiettivi già realizzati da Stati Uniti e Cina se si vogliono conseguire risultati che promuovano occupazione qualificata e insieme la sostenibilità del pianeta. Un tema pregnante che va tenuto nella massima considerazione, tanto più se si vuole dare ascolto alle parole dei giovani che, incalzati dal cambiamento climatico, chiedono di voltar pagina. E soprattutto chiedono soluzioni e impegno soprattutto alla sinistra . E' un'occasione vera, forse la prima, per sensibilizzarli ai nostri temi.
Inoltre, dal nuovo segretario mi piacerebbe non sentire più balbettii insignificanti sugli immigrati e sull'accoglienza. Come hanno già fatto prima di lui. Si dovrebbe partire subito con l'avvio di un pensiero all'altezza della sfida che abbiamo davanti pensando subito all'istituzione dello jus soli e alla proposizione di programmi di istruzione e di formazione per trasformare gli stranieri presenti nel nostro Paese in lavoratori, pagati e retribuiti regolarmente. E' il minimo per riaffermare che siamo in uno stato di diritto e che siamo in Europa.