vogliamo essere ancora e sempre studenti
di Carlo Mari---21-03-2019
Cara Raffaella, cosa ne pensiamo? Sono con Te, parola per parola.
L’aggettivo che connota la nostra Associazione (culturale) lo abbiamo scelto e lo abbiamo voluto, fortemente. E’ quello il nostro habitat: la voglia, la ambizione, la ricerca di idee, di apertura, di scambio. E sì, per muovere e direzionare il cambiamento. Ognuno per quello che può. Ma per se stesso certamente può tanto. Ed è già tanto.
Un habitat “gravido di futuro e carico di passato”. Quello che siamo stati, quello che siamo, quello che vorremo essere. E l’agenda non ce la deve dettare nessuno. I temi ce li scegliamo, li viviamo noi, li affrontiamo noi, laicamente, non delegando a nessuno la nostra voglia di capire, la nostra voglia di scegliere. Autonomamente.
Come è stato detto degli studenti con una immagine affascinante: “non recipiente da riempire, ma fuoco da accendere”. Vogliamo essere ancora e sempre studenti.
Cercare, capire, scegliere.
Non faremo un passo indietro nella direzione già intrapresa di affrontare temi della attualità politica e socioeconomica.
E faremo tanti passi avanti nella direzione di affrontare i temi di un nuovo umanesimo, che possano definire una “visione”. Che non è astratto furore: è esserci, consapevolmente.
Tu dici: i diritti. E i doveri corrispondenti. Infatti.
Da misurare su terreni infiniti: dalla questione interculturale legata ai fenomeni migratori, a quella “femminile” (quanto lunga ancora la strada da percorrere per la parità!! mi sembra si sia allungata, anziché ridursi!).
Alla questione della vivibilità di un territorio, nelle sue dinamiche di mobilità, di igiene, di decoro, di sicurezza, di relazionalità.
Alla questione del lavoro e del nuovo rapporto con la macchina. Alla questione ambientale.
Alla questione “giovanile”, sempre ricorrente, ma sempre diversa. Sempre diversa.
Alla questione delle dinamiche affettive, nell’epoca dell’anaffettività e della relazionalità virtuale. Alla questione del rapporto fra tempo produttivo e tempo libero per le persone, giovani e non.
Non a caso domenica 17 marzo nella festa di quartiere in Prati ci siamo dedicati alla diffusione di un questionario sul tempo libero e su esigenze, bisogni, pulsioni dei cittadini, dei cittadini comuni, nel loro vissuto quotidiano.
E cercheremo anche di accostarci alla questione “istruzione” da una angolazione affatto scontata e ripetitiva: quella della descolarizzazione strisciante… e pervasiva. E della esigenza di una nuova - e antica - relazionalità docente/discente, ridotta troppo spesso a rapporto burocratico, amministrativo, causidico: da processo generativo invece di un piacere del sapere, frutto di una complicità, nell’azione didattica, intellettuale ed etico civile.
E il tutto – tutto - da collocare in una prospettiva non asfittica, di sterile e pericoloso ripiegamento e chiusura, ma di apertura ad una dimensione non provinciale ma europea, in uno scenario globale che bisognerà pur imparare a governare: e umanizzare.
Tutto, Raffaella, ci faremo calare addosso tutto, con entusiasmo, forse con ingenuità; ma con tanta concretezza, senza retorica e senza stereotipi.
Con una agenda che durerà, e ci farà viaggiare: tanto.